MONICA CRISTOFOLETTI

MONI CRIS

Sono nata e vivo a Brescia.

Figlia unica, sono cresciuta con un carattere piuttosto chiuso e poco espansivo, fin da piccola amavo rifugiarmi nei libri, ho sempre sentito mio quel mondo fatto di solitudine e silenzi.

Non ho mai sentito il bisogno di avere altri hobby, la lettura era tutto ciò che desideravo.

E’ stato solo per curiosità che verso la fine del 2014, avendo in casa una buona attrezzatura fotografica che giaceva inutilizzata, ho deciso di frequentare un corso di fotografia.

E lì il mio orizzonte è cambiato: sempre solitario e silenzioso, ma questa volta ricco di “emozioni visive”.

Ho provato a fotografare un po’ di tutto, scoprendo col tempo quello che mi stimolava maggiormente: la fotografia minimalista e concettuale, la ricerca delle geometre nell’architettura moderna, le visioni insolite dell’arredo urbano, in questo c’è tutta la mia parte razionale, il rigore, l’ordine, l’equilibrio che mi contraddistingue nel quotidiano.

Poi circa quattro anni fa ho scoperto l’Urbex (Urban Exploration), che amo definire “il mio mondo fuori dal mondo”, perché quando mi immergo nel silenzio di questi edifici abbandonati ritrovo tutta la mia introspezione, è come varcare la soglia di un universo parallelo, che custodisce storie sepolte nell’ombra.

Ascolto le pietre che mi raccontano delle persone che li hanno abitati.

Lungo i corridoi, tra le pareti scrostate e la mobilia ammuffita ritrovo le loro memorie, i loro respiri, le loro voci.

Ed è tutto lì, davanti al mio obbiettivo, fra gli oggetti che sembrano dirmi “Guardami… sto per scomparire… dammi voce ancora per un attimo”.